A dieci anni esatti dal fallimento della Lehman Brothers e undici della crisi dei mutui sub prime, se una lezione abbiamo imparato dalla crisi più spaventosa degli ultimi secoli è che il debito è una brutta bestia e i crediti vanno gestiti con efficienza. E poiché il sistema giudiziario continua a caratterizzarsi per una patologica lentezza, con una durata media dei procedimenti civili di 7.4 anni, il ricorso a canali stragiudiziali per il recupero dei crediti appare il baluardo per arginare la spirale di incertezza, bassi investimenti e scarso cash flow che ha caratterizzato l’attuale congiuntura. In sostanza, in questi anni di crisi, il settore della tutela del credito ha assunto sempre più un ruolo macroeconomico cruciale, perché dietro un credito non pagato ci sono sempre più spesso aziende che vanno in crisi e mettono in crisi, a loro volta, i propri fornitori. Se questo è vero, si deve però osservare come troppo spesso la PMI, davanti alla fatidica domanda “cosa fai se un cliente non ti paga?”, dà risposte inutili del tipo “gli spezzo le gambe”, “passi 10 anni della tua vita a buttare soldi in un’azione legale per poi scoprire che il debitore non ha nulla da perdere e non ti paga”. Quando invece si dovrebbe dare l’unica risposta plausibile: “verifico cosa non ha funzionato nella politica di prevenzione e comunque applico la procedura di recupero definita e collaudata da anni sul campo”. Come le precedenti, anche questa settima edizione è dedicata a chi vuol essere certo di avere le risposte giuste davanti a un problema estremamente diffuso e pericoloso per l’azienda come le insolvenze aziendali.